Come nasce il Consorzio?
CE LO RACCONTANO ALCUNI DEI SOCI FONDATORI:

D: Quando e perché ha deciso di farsi promotore del Consorzio?



Le accomunava anche la visione di un futuro prossimo dove la competizione sarebbe aumentata e dove le cooperative più piccole andavano aiutate a strutturarsi meglio.
Non so indicare un momento preciso, ma ricordo quelle sedute ricche e intense nelle quali ho scoperto molte cose nuove e nelle quali si guardavano orizzonti nuovi. Esaudivano una ”sete” di confronto, scoperta, scambio di esperienze. Esprimevano la volontà di valorizzare e difendere un metodo cooperativo fatto di pari dignità tra realtà piccole e grandi e di aiuto reciproco.
D: Ci racconti la missione e i cambiamenti del Consorzio negli anni

Negli anni Metropoli, attraverso le sue associate, ha esteso gli ambiti di lavoro e le tipologie di attività, come pure ha ampliato la rete di soggetti con cui collabora.
Penso che il Consorzio e le sue associate nel tempo siano diventate più forti e più affidabili e che questo sia un bel capitale di credibilità.

Abbiamo creato un Consorzio con una tecnostruttura di piccole dimensioni, un modello consortile diverso dagli altri e a basso impatto economico.
Lo abbiamo strutturato in maniera completamente nuova: sono le cooperative, con la loro storia ed identità, ad avere le idee e la capacità progettuale che non può essere oscurata dallo strumento consortile, che invece deve essere un volano per lo sviluppo delle consorziate e non un organismo di controllo superiore, pur mantenendo il ruolo formale e istituzionale nei confronti delle pubbliche amministrazioni.

D: Quali sono i vantaggi (dei singoli e del gruppo) nell’appartenere a un Consorzio?



D: Quale è il fil rouge che unisce tutti gli associati, secondo lei?



Tutto molto ragionato. Tutto molto condiviso. Uno spirito democratico radicato.
D: Ha qualche curiosità o aneddoto da raccontare?

Ero donna ed ero la più giovane, avevo 30 anni, ero Presidente di una cooperativa ‘strana’, diversa, che gestiva servizi complessi e complicati come le unità si strada, non standard, si occupava di dipendenze, aveva forti legami col mondo dell’associazionismo, e per questo spesso era fonte di complicazioni, di confusione, non venivamo facilmente compresi… (ride)
Le altre cooperative erano molto territoriali, CAT era invece una piccola cooperativa incentrata su una tipologia specifica di competenze e servizi che potevano essere forniti in qualunque territorio.
Negli anni poi ci siamo conosciuti bene, le cose si sono aggiustate, sono migliorate.

Più seriamente: per quanto ne so, credo che Metropoli sia l’unico Consorzio che abbia mai ridotto i contributi associativi delle consorziate e lo sta facendo da alcuni anni. Mi pare una cosa significativa.
D: Eventuali idee, progetti o proposte per il futuro consortile

Per estendere la base dei soci all’intero territorio toscano era necessario rivedere l’assetto organizzativo, l’operazione è in corso: abbiamo già un nuovo ingresso di una cooperativa di Arezzo e siamo in trattativa con altre.
